Oggi
la moderna tecnologia consente di produrre, con piccoli motori, grandi
quantità di energia della quale si può usufruire schiacciando
semplicemente un pulsante.
Un tempo, invece, per ottenere pochi kilowatt di energia, che sostituiva
il lavoro dell'uomo e degli animali, era necessario costruire grandi
congegni che spesso sfruttavano fiumi e torrenti. Le cosiddette
"macchine ad acqua" sono state utilizzate per molte attività
artigianali e principalmente per:
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la macinazione dei cereali (e sono quelle che chiamiamo comunemente
mulini);
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la follatura della lana;
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il funzionamento dei mantici e dei magli delle fucine dei fabbri;
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il funzionamento delle segherie "alla veneziana".
I
toponimi di diverse località, così come i nomi e i soprannomi di alcune
famiglie, indicano la presenza di antichi opifici che, anche ad Auronzo,
hanno rappresentato un'immagine quotidiana del paesaggio rurale almeno
fino a cinquanta - sessanta anni fa. Oggi nel nostro paese mulini,
fucine e segherie ad acqua sono del tutto scomparsi
oppure, quando anche sono giunti fino a noi, sono difficilmente
riconoscibili perché hanno cambiato destinazione.
Tuttavia per lungo tempo hanno svolto un ruolo importante nell'economia
del territorio, poiché costituivano il sistema di sfruttamento di una
delle risorse principali della zona ed erano le uniche
"macchine" che producevano energia.
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