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MULINI E FUCINE DELLA VAL D'ANSIEI
I mulini

         

La grandezza della ruota idraulica dipendeva dalla pendenza del ruscello: più era pendente più forza aveva l'acqua e, quindi, più grande veniva costruita la ruota.
I cereali venivano fatti passare tra due grandi pietre dette mole, una fissa e l'altra in movimento, collegate mediante un asse orizzontale alla ruota idraulica esterna. La farina usciva poi da una canaletta.
Quando le pietre si consumavano erano battute con appositi martelli o scalpelli oppure si sostituivano del tutto.
Una mola era leggermente concava e l'altra convessa.
Intorno al meccanismo c'erano delle tavole di legno che formavano una specie di piano.
A questo congegno era collegato anche un setaccio che separava la farina dalla crusca.
I mulini, privati o comunali, macinavano grano, granoturco, segale e orzo, direttamente per la gente del paese oppure per le cooperative che li compravano all'ingrosso e poi rivendevano la farina.
Un mulino ad acqua riusciva a macinare in media tre quintali di cereali al giorno.
I mulini cessarono la loro attività, sia perché i torrenti cominciarono ad essere sfruttati per la produzione di energia idroelettrica (e perciò avevano una minore portata d'acqua), sia perché il sistema economico di Auronzo cambiò e gradualmente la coltivazione dei cereali fu abbandonata.

      

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