Il
Rio Pondarin era un canale artificiale derivato dal Rio S. Rocco che era
molto impetuoso e con una portata d'acqua troppo variabile per poter
essere sfruttato.
Dall'alto di via Pais era stata fatta una deviazione che percorreva
l'attuale via Monti fino al torrente Ansiei e poi, dagli anni Trenta,
fino al lago artificiale. Furono costruite delle condotte di legno che
incanalavano l'acqua per darle più forza quando cadeva a cascata sulle
pale delle ruote idrauliche. Tra l'Ottocento e la prima metà del
Novecento lungo il Rio Pondarin si svilupparono numerose attività
artigianali fino a costituire una vera e propria zona industriale che
per molto tempo fu fondamentale per l'economia di Auronzo.
Questi erano gli opifici in funzione:
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la fucina del fabbro Vecellio Del Monego;
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la tintoria della famiglia Pais
Gabriel; i tessuti venivano tinti con
colori vegetali ricavati da piante e fiori della zona;
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la fucina del fabbro Pais Golin, a cui poi subentrò il fabbro
Zandegiacomo Riziò;
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il mulino pestaorzo di Giovanni di "Padolin";
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il mulino di Pais Marden Cesare;
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il mulino pestaorzo Bombassei;
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la fucina del fabbro Vecellio Del Frate Osvaldo;
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la fucina del fabbro Zandegiacomo Cella Eliseo;
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il mulino Bombassei Vittor;
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un piccolo opificio per la produzione della lana di
legno, usata per gli
imballaggi;
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il mulino Corte
Vecchino; in questo punto il Rio Pondarin era incanalato
sotto la strada statale;
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il mulino Vecellio Del Frate, a valle della strada statale;
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la segheria di Monti Rodolfo;
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una segheria
comunale; secondo alcune testimonianze anche questa
segheria era di proprietà di Monti Rodolfo.
I
mulini erano privati o comunali.
L'acqua del Pondarin veniva utilizzata anche per gli usi familiari e per
il bestiame.
Agli inizi del Novecento furono costruiti l'acquedotto e l'impianto
idroelettrico comunale di via Pais e per questo motivo la portata
dell'acqua del Rio Pondarin si ridusse notevolmente. Durante la prima
guerra Mondiale molti artigiani furono chiamati alle armi e perciò il
numero degli opifici diminuì ancora.
Progressivamente le attività cessarono anche a causa dell'emigrazione e
perché cambio il sistema di vita della gente del paese.
Il Rio Pondarin è oggi completamente interrato.
Le informazioni sul Rio Pondarin e sul funzionamento dei mulini e delle
fucine ci sono state fornite in particolare dai Sigg. Angelo
Zandegiacomo Del Bel, Alfeo Zandegiacomo De Zorzi, Silvio Pais Marden e
Giovanni Vecellio Segate.
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