A pochi chilometri da Trieste si
trovano le Grotte di Postumia, massimo esempio di mondo sotterraneo che
nasconde meraviglie create in milioni di anni, goccia dopo goccia.
Dopo
aver parcheggiato l’auto ci dirigiamo verso l’ingresso costeggiando il
corso d'acqua che entra nelle grotte di Postumia per uscire dalla grotta
di Planina. La zona è ben tenuta, ponticelli di legno
attraversano il canale dove si rispecchiano i salici piangenti.
Paghiamo il biglietto e ci avviamo all’ingresso che è ben visibile; una
scritta ci invita ad entrare: “Immensum ad antrum aditus”, ovvero “Entra,
o viandante, nell’antro immenso”.
Avvertiamo subito la differenza di temperatura, infatti all’interno ci
sono 8-10° C costanti, sia d’estate che d’inverno.
Saliamo
sul trenino elettrico che ci conduce all’interno del sottosuolo scavato
e modellato dall’acqua. Il tragitto è molto suggestivo: l’illuminazione
elettrica, di cui è dotata la grotta da più di 100 anni, ci permette di
ammirare lungo la galleria stalattiti e stalagmiti; ogni minimo spazio è
ornato da inconsuete figure.
Ci fermiamo alla Sala dei Congressi, chiamata così in seguito ad un
congresso mondiale di speleologia svoltosi in passato; la guida ci dice
che un tempo era chiamata Sala da Ballo perché, il lunedì di Pentecoste,
venivano qui allestite serate di ballo.
Arriviamo poi al Gran Monte o Calvario, una montagna sotterranea alta 45
metri situata nel punto in cui si incontrano tre gallerie. Il viaggio col
trenino finisce e inizia la visita a piedi accompagnati dalla guida: ci
rendiamo conto ancora di più della meraviglia a cui stiamo assistendo.
Attraversiamo
il Ponte Russo (costruito sopra un burrone sotterraneo da prigionieri
russi durante la prima guerra mondiale) ed entriamo nelle Grotte Belle;
siamo circondati da formazioni calcitiche di ogni forma immaginabile,
stalattiti, stalagmiti, colonne, concrezioni che sembrano dorate.
A questo punto la guida spegne l’illuminazione per 30 secondi: attorno a
noi il buio e il silenzio, interrotto solo da un silenzioso e costante
gocciolio che contribuisce a lasciare una traccia per la formazione di
questo mondo sotterraneo.
La
guida si avvicina ad una strana e grossa stalagmite cava: bussa sulla
parete e avvertiamo uno strano suono; dice che ricorda il richiamo del
cuculo, da qui il suo nome.
Riprendiamo il cammino in questo intreccio di gallerie freatiche: vediamo
il Brillante, formazione che fiorisce continuamente, e in una vasca il
Proteus Anguinus (l’unico esemplare visibile ai turisti).
È uno strano pesciolino lungo 30 cm, senza occhi e senza pigmenti
protettivi, perché nell’oscurità non gli servono. Nelle grotte ce ne
sono molti e quando le acque sotterranee si ingrossano vengono portati in
superficie. È incredibile come la vita si sia conservata in questo luogo
inviolabile.
Giungiamo infine in uno spazio immenso, la Sala dei Concerti: qui si
tengono regolarmente concerti, anche con maestri di fama mondiali. La sala
è talmente vasta da accogliere 10.000 visitatori. La guida ci dice che l’acustica
è magnifica, la musica è resa solenne e quasi mistica dagli echi
riflessi dagli spazi circostanti; non è molto adatta per le
registrazioni, ma piacevole per l’ascolto.
Dopo
un’ora e mezza termina la visita, in lontananza scorgiamo la luce e
quindi l’uscita.
Torniamo in superficie dopo un indimenticabile viaggio nel sottosuolo,
così misterioso e affascinante.
Vista
la vicinanza di alcuni chilometri, approfittiamo per visitare un luogo
molto pittoresco: il Castello di Predjama, la cui storia risale al 1201.
È letteralmente incastonato nella roccia: ha quattro piani e pende da una
parete alta 123 metri. L’antica fortificazione sfrutta un sistema di
gallerie sotterranee nella montagna adiacente, con molte uscite segrete e
acqua corrente.
Paghiamo il biglietto per visitare il castello e le grotte: sale, arredi,
costumi, armi, tutto per ricordare il suo ultimo possessore, il cavaliere
predone Erasmo sconfitto nel XV secolo.
Dall’ultimo
piano del castello un ultimo sguardo sulla pianura verso Postumia e sulle
montagne circostanti: l’immagine della Slovenia che in questa giornata
ci ha offerto parte dei suoi misteri. |