Verso
le 6.30 veniamo risvegliati da un temporale, è brutto tempo per la prima
volta da quando siamo in Francia.
A colazione facciamo la conoscenza di
altri simpatici ospiti della casa: tutti ci dicono che in Bretagna il
brutto tempo dura molto poco perché, essendoci il mare da due lati, la
regione è sempre molto ventilata. Speriamo sia così!
Viziati
dall'impeccabile servizio di Madame Boucher partiamo da Bannalec per
dirigerci verso la strada D783; lungo il tragitto appare qualche debole
raggio di sole. Verso le 11.00 arriviamo alla città fortificata di
Concarneau.
Parcheggiamo all'esterno delle mura che racchiudono il borgo
antico e attraversiamo a piedi il ponte a cui questa fortezza-isola del
'300 è collegata alla terraferma: entriamo così nella "Ville Close",
il centro storico.
Percorriamo le stradine interne ricche di negozi e
ristoranti e affollate di turisti. Saliamo poi in cima alle mura, veri
bastioni di granito, completando tutto il giro.
Leggiamo sulla guida che dopo aver ereditato
l'industria della pesca (tonno, rana pescatrice, scampi, merluzzo bianco,
sardina) nel XIX secolo, la città si è sviluppata attorno al suo porto.
Il tempo è decisamente migliorato, terminiamo la visita e verso le 13.00
partiamo fermandoci al punto panoramico di Beg Meil: purtroppo la foschia
non ci permette di vedere Concarneau proprio di fronte a noi. Dopo aver
pranzato riprendiamo il viaggio.
Verso le 15.00 arriviamo a Quimper, la
città posta sulle rive di un lago formato dal fiume Odet e collegato al
mare.
È definita "Ville fleurie": subito notiamo le molte
passerelle ornate di fiori che attraversano il fiume. Qui sorge anche la
più antica fabbrica di maioliche, la Faïenceries HB-Henriot.
Dalla
piazza della cattedrale di St-Corentin entriamo nella zona pedonale: ci
troviamo nel "Vieux Quimper", il centro storico ricco di antiche
case a graticcio e in pietra. Le abitazioni risalenti al XVI, XVII e XVIII
secolo danno un tocco pittoresco alle vie.
Terminiamo la visita camminando
lungo la Rue Kéréon, ricca di negozi e crêperie, fino alla Cattedrale,
notando le caratteristiche abitazioni a sbalzo.
Verso le 16.30 lasciamo la
città. Dopo un primo tratto di strada molto veloce (D784), a Plogastel
St-Germain prendiamo una stradina secondaria, la D143, verso Penhors.
Attraversiamo campi, prati e villaggi dalle abitazioni molto diverse da
quelle viste in precedenza.
Verso le 17.30 arriviamo a Penhors
raggiungendo per la seconda volta l'Oceano Atlantico. C'è bassa marea e
come in gran parte della Bretagna il mare si allontana di centinaia di
metri lasciando scoperto il suo fondale: approfittiamo così di questa
momentanea spiaggia per passeggiare un po'.
Dopo mezz'ora riprendiamo il
viaggio verso nord, risalendo la strada costiera verso Audierne. Man mano
che si sale lo stile delle case cambia e pure il paesaggio è
completamente diverso, è il nord.
Da Audierne, lungo la D784, raggiungiamo Pointe du Raz, un promontorio alto 80 metri proteso
sull'Atlantico sul punto estremo di Cap Sizun. Sono le 19.00, parcheggiamo e ci avviamo a
piedi per una mezz'ora (avendo scoperto che dopo le 18.00 il bus navetta termina
il servizio, così come l'addetto ai biglietti!). Ci godiamo la camminata
al sole tra eriche e ginestre, di cui il promontorio è cosparso, fino
all'estremità: il panorama è stupendo, sotto di noi le onde si
infrangono sulle rocce frastagliate, di fronte l'oceano infinito e a lato
il faro e il monumento "Notre Dame des Naufragés" a ricordare
la pericolosità di questo tratto di mare.
Tra Pointe du Raz e la vicina
Pointe du Van c'è la "Baie des Trépassés", la Baia dei
Trapassati: qui imbarcavano coloro che dovevano essere sepolti all'isola
di Sein.
Purtroppo non ci possiamo fermare molto, abbiamo prenotato una
camera per la sera e rischiamo di arrivare più tardi del previsto, così
verso le 20.00 ripartiamo.
Dopo aver percorso la strada D7 raggiungiamo e
attraversiamo Douarnenez restando colpiti dai colori della sua baia.
Arriviamo alla vicina Kerlaz, alla fattoria di Mescalet, dove Madame Henriette ci sta aspettando.
|