Verso
le 9.00 partiamo da Plestan e raggiungiamo velocemente in autostrada la
città di Dinan per visitare il suo centro storico.
È un bellissimo
centro medievale situato in fondo all'estuario del fiume Rance. Dinan è
ancora oggi cinta dai suoi bastioni, i più importanti e i più antichi
della Bretagna. All'interno ammiriamo le case a graticcio, a volte su
pilastri, i portici e le botteghe che compongono un armonioso insieme
della fine del Medioevo e dei secoli successivi. Il tessuto delle case è
molto omogeneo e per noi è molto piacevole camminare lungo le viuzze che
hanno conservato il loro antico tracciato.
Aggiriamo la Basilica di
Saint-Sauveur arrivando al Jardin Anglais: da qui ci godiamo il bel
panorama sul porto, il vecchio ponte e la valle della Rance che permette
un agevole collegamento con il mare e la città di Dinard.
Risaliamo la
sinuosa stradina acciottolata della Vieille Ville, delimitata da
pittoresche abitazioni in legno e pietra. È sicuramente uno dei più bei
centri visti in questo viaggio. Riprendiamo la Rue de l'Horloge per
arrivare alla macchina e ripartire: verso le 11.00 lasciamo la città. Le
previsioni meteo erano giuste: un po' alla volta il grigio sta lasciando
il posto all'azzurro, il cielo si sta rasserenando.
Prendiamo la strada D
794 spostandoci verso nord-ovest: attraversiamo Plancoët e Matignon tra
pascoli di mucche e campi di frumento e mais. Verso mezzogiorno
raggiungiamo Cap Fréhel, uno dei luoghi più suggestivi della Bretagna:
si tratta di un promontorio proteso verso la Manica con falesie di scisto
e gres rosa.
Gli scogli in granito si stagliano sul blu intenso dell'acqua
ravvivato dalla luce del sole che è ormai presente. Camminiamo verso la
torre che funge da "corne de brume": quando c'è nebbia questa
sprigiona una potente luce ed emana un suono molto forte per avvertire le
navi in arrivo. La zona è popolata da uccelli nidificatori: le coste sono
in parte convertite in riserva ornitologica.
Verso le 13.00 torniamo alla
macchina e ripartiamo percorrendo prima la strada D 786, poi la D 168 fino
a Dinard: qui attraversiamo il "Barrage de la Rance" (1966), la
prima diga al mondo a produrre elettricità sfruttando le maree.
Accostiamo per vedere la marea che sale facendo entrare l'acqua del mare
molto velocemente.
Verso le 14.00 arriviamo a St-Malo, precisamente
nell'"intra-muros". Risaliamo la scalinata vicino alla Porte
St-Vincent e iniziamo la camminata in senso orario sui bastioni.
Ormai
c'è un bel sole, dall'alto ci godiamo il bel panorama sul mare, sul
porto, sulle isole prospicienti e sulla città con il suo intrico di
stradine con edifici del '700: questi hanno alti comignoli, tetti a punta
e facciate di granito, l'architettura è sobria e potente al tempo stesso;
la città fu bombardata durante la seconda guerra mondiale ma è stata
restaurata quasi completamente.
Dopo un'ora di visita ripartiamo; dopo un
primo tratto di autostrada E 401, nei pressi di Pontorson prendiamo la
strada normale D 976; facciamo così il nostro ingresso in Normandia.
Già
da lontano lo vediamo svettare, è Mont Saint Michel; dopo averlo visto
sui libri e in televisione finalmente è di fronte a noi, è una grande
emozione.
Parcheggiamo a lato della strada sopraelevata che lo collega
alla terraferma e ci avviciniamo a piedi. Non vediamo la classica immagine
del mare attorno all'isolotto perché la bassa marea lo ha fatto arretrare
di molti chilometri. Quello che si presenta ai nostri occhi è invece un
deserto di sabbia, comunque molto suggestivo e insolito, su cui poggia
l'isola di Mont-Tombe, così chiamata.
Questo ci permette di aggirare
completamente l'isola camminando sul fondale. Il complesso di questa
imponente abbazia fortificata è cinto da bastioni: al loro interno
vediamo le case del borgo, le antiche botteghe oggi attività commerciali.
Vediamo dell'acqua scorrere, è il fiume Couesnon sulla cui foce sorge
l'isolotto.
Nella baia di Mont Saint Michel le forti maree agiscono come
difesa naturale, si alzano e si abbassano secondo le fasi lunari (in
questa zona ci sono 14 metri di escursione) e in primavera raggiungono la
velocità di 30 km all'ora.
Dopo aver completamente aggirato il complesso
entriamo attraverso la Porte du Roy e risaliamo le strette viuzze;
fortunatamente in questo periodo non ci sono molti turisti, così possiamo
meglio apprezzare la bellezza del posto. Mont Saint Michel è un monumento
unico al mondo: dal 1979 rientra tra le bellezze del "Patrimonio
mondiale dell'umanità" (UNESCO).
Leggiamo sulla guida che da umile
oratorio dell'VIII secolo si è trasformato in monastero benedettino (XII-XIII
secolo); nel Medioevo l'Abbazia divenne un centro studi e dopo la
Rivoluzione fu adibita a prigione.
Risaliamo il grande scalone interno che
costeggia gli alloggi dell'Abbazia: questa era la parte
"mondana", sempre a contatto con i visitatori. Dall'alto delle
mura la vista sulla baia completamente deserta è impareggiabile!
Decidiamo di visitare l'Abbazia.
Entriamo prima nella "chiesa abbaziale", costruita in cima alla
rupe a 80 metri sul livello del mare, poi nel
"chiostro", la galleria che permetteva di accedere ai diversi
edifici pur restando un luogo di preghiera, meditazione e processioni. Le
gallerie sono state erette in modo da risultare alleggerite: una doppia
fila di colonnine, leggermente sfalsate, disegnano prospettive che
cambiano costantemente.
Entriamo poi nel
"refettorio" dove i monaci consumavano i pasti in silenzio,
mentre il lettore leggeva dal pulpito in fondo alla sala.
Attraverso una
scalinata accediamo alla "sala degli ospiti" dove venivano
ricevuti i re e i nobili. Proseguiamo la visita nella "cripta dai
grossi pilastri", costruita verso metà del XV secolo per reggere il
coro gotico della chiesa abbaziale.
Dopo aver attraversato la "cripta
di St-Martin" arriviamo all'enorme "ruota montavivande" del
1820: serviva per distribuire i pasti ai detenuti incarcerati
nell'Abbazia. Per completare entriamo nella "sala dei
cavalieri", la sala di lavoro e di studio dei monaci. Usciamo
dall'Abbazia e riscendiamo le strette vie. Sulla guida cerchiamo una
camera per la notte verso il Cotentin; la troviamo a fatica, forse dipende
dal fatto che è venerdì e il fine settimana è imminente.
Dopo cena,
verso le 21.30, ripartiamo; risaliamo la penisola del Cotentin lungo la
litoranea D 911 e scorgiamo in lontananza la sagoma inconfondibile di Mont
Saint Michel adagiato sul fondale deserto.
Arriviamo a Montchaton, nel bel
rustico di Madame Ginette Germanicus, dove ci aspetta la nostra camera.
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